Il popolo le chiamava “le Monacelle”.
Un Ordine femminile laico, posto al di fuori del controllo ecclesiastico, in cui le Vergini Tessitrici entravano fin da bambine e, prendendo i “voti”, rinunciavano al proprio nome e a ogni contatto col mondo profano.
Un Ordine di donne istruite dalla lettura alla musica, depositarie di liturgie segrete di adorazione del Volto Santo, che tessevano in oro le vesti di nobili e prelati e che rispondevano soltanto alla famiglia Caracciolo – de Sangro, nei cui possedimenti dimoravano fino alla morte senza mai incrociare il mondo esterno.
Adorate come Sante al momento del trapasso, sembravano non avere lasciato traccia fino alla riapertura del convento, avvenuta un paio d’anni fa da parte di Viviana e della sua famiglia, e al rinvenimento degli archivi storici ivi contenuti.
Condivideremo i primi risultati delle ricerche nella diretta del 28 ottobre insieme a Viviana Fasano, della Fondazione Caracciolo – de Sangro, nonché curatrice del convento delle “Monacelle” di
Martina Franca (TA)